Berlusconi e la sua battaglia contro l’Italia.

“Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti […]. Perché non si possa abusare del potere occorre che […] il potere arresti il potere”. “In base al primo di questi poteri (n.d.r. potere legislativo) , il principe o il magistrato fa delle leggi per sempre o per qualche tempo, e corregge o abroga quelle esistenti. In base al secondo (n.d.r potere esecutivo), fa la pace o la guerra, invia o riceve delle ambascerie, stabilisce la sicurezza, previene le invasioni. In base al terzo (n.d.r. potere giudiziario), punisce i delitti o giudica le liti dei privati”.Così Montesquieu nel suo “Spirito delle leggi”, 1748.

E’ un balzo indietro di 260 anni quello che il premier Silvio Berlusconi ci propone da Sofia: non solo rinnegare le conquiste acquisite con la nostra Carta Costituzionale e prima ancora con lo Statuto Albertino, ma addirittura l’asservimento del potere giudiziario a quello legislativo e forse di entrambi all’esecutivo. Una teoria giacobina che ricorda la Costituzione francese in vigore dal 1793 al 1795, che aveva concentrato tutti i poteri nell’assemblea elettiva. Questa teoria trova ulteriore riscontro solo negli stati totalitaristi e comunisti – per i quali Berlusconi non perde occasione di condanna.

Se non fosse che la credibilità interna di Berlusconi è drammaticamente diminuita, se non fosse per l’intervento della stampa che si sforza di contrastare il suo potere mediatico, se non fosse per l’influenza esercitata da democrazie mature ed amiche, ed il controllo che l’Unione Europea esercita sui propri stati membri, affermazioni di questo genere, insieme all’evidente mancanza di rispetto nei confronti delle Istituzioni della nostra Repubblica, ci sarebbe da dire che in Italia qualcuno vorrebbe attentare alla democrazia, alla libertà, alla repubblica e allo stato di diritto.


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