Daniela

Dalla memoria al futuro: una scelta politica

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Sono nata a Palermo, in un giorno del dicembre 1974. Mia madre racconta sempre che quel giorno c’era il sole e che sin dalle prime ore del mattino, dai forni di Bagheria, la cittadina della mia mamma e della mia infanzia, si levava un forte odore di “sfincione”, una spessa e morbida focaccia guarnita di pomodoro, formaggio, cipolle e cannella che le famiglie bagheresi usano preparare da generazioni per la festa dell’Immacolata Concezione. Alla mia mamma parve che quel profumo di cipolle imbiondite nell’olio e cannella mi avesse finalmente messo voglia di venire al mondo. E invece continuai a rifletterci fino al tardo pomeriggio. In quel giorno di sole gli studenti dell’università Palermitana scioperavano: evidentemente anche io con loro!

Ogni anno mia madre mi telefona, ovunque io mi trovi, per comunicarmi che anche questa volta a Bagheria splende il sole e che questo le ricorda quel giorno in cui lei divenne mamma per la prima volta. Lei ama sostenere che nel giorno della mia nascita fosse già scritto un pezzetto della mia personalità battagliera, sempre combattuta fra impulso e ragionamento, e persino del mio debole per i piaceri della cucina e per le tradizioni.

I racconti della guerra e della resistenza, le bandiere della FGCI e i canti dei giovani di Berlinguer hanno permeato la mia infanzia attraverso i più anziani ed i più giovani membri della mia famiglia. Nel mondo dell’impegno sociale, al quale mi accostai emulando i valori dei miei genitori ed al quale rimasi avvinghiata quando mi resi conto che proprio quell’impegno mi faceva sentire meno sola, sono diventata grande. La mia coscienza civile si formò ben prima delle mie convinzioni politiche.

Lo stare insieme, il fare, progettare, sognare, lottare insieme, ti dà la sensazione di poter raggiungere alla fine i tuoi obiettivi, prendendo a calci quel dannato muro dell’impossibile.
Sin dai tempi della scuola mi sono impegnata attivamente nei movimenti giovanili, dall’AGESCI ai coordinamenti scolastici, che in Sicilia spesso diventano tra i principali luoghi dell’educazione e della lotta antimafia.

Nel bene e nel male, non ho mai avuto timore di dire o scrivere le mie opinioni, meritando spesso rimproveri, talvolta ammiccanti, che non mi hanno però mai fatta desistere: un’opinione taciuta è sempre un’opinione sprecata.

Gli eventi di sangue dei primi anni ’90 sconvolsero la mia generazione e sentimmo il peso di portare in giro per il mondo quell’idea di un mondo libero dalla violenza e dalla mafia di Cosa Nostra. La Sicilia è anche altro, tanto altro da conoscere e da amare. Questo “altro” cerca paladini che lo difendano.

La battaglia interiore fra l’amore per il mio Paese e la curiosità per il nuovo ed il diverso hanno sempre caratterizzato il mio modo di vivere le esperienze all’estero, fino al giorno in cui sono arrivata a Monaco di Baviera. Qui a Monaco ho vissuto qualcosa di più di un’esperienza: è stato un nuovo inizio. Ho subito avuto la sensazione di avere trovato una nuova casa. Qui il fare è tornato ad essere, come nella mia prima gioventù, un fare insieme a persone con le quali condivido molti ideali ed il desiderio di impegnarsi. Qui ho ripreso a fare politica attivamente.