Tra poche ore Obama si insiederà.
Obama è il primo presidente afroamericano (il padre è Keniano, la madre statunitense bianca), ed ha 47 anni.
L’uomo forse più potente del mondo oggi ha 47 anni e il suo insediamento pare che sia una delle più vivaci che la storia statunitense possa ricordare.
A 40 anni in Italia ti dicono che se ancora non hai trovato posto per te nel mondo, è perchè sei ancora giovane. Ti rinviano di contratto annuale in contratto annuale. Ti lusingano: tutto pur di tenerti buono e soffocare che forse tu possa avere l’idea che può cambiare l’Italia.
Michelle è la nuova first lady. E’ nata in ambienti proletari e si è laureata presso una università molto prestigiosa. Le dicevano: “Non puoi, aspetta il tuo turno!” Lei non c’ha creduto. Ha fatto bene.
In Italia, persa la corsa si cambia il cavallo ma i cavalieri rimangono gli stessi e le strategie anche. Cambiano le coalizioni, cambiano i partiti, o almeno i loro nomi: sembra il gioco delle tre carte…ma le persone rimangono sempre le stesse. Giovani? Non c’è spazio per loro. Negli USA con Obama, in Spagna con Zapatero, in Germania con la Merkel, i contenitori rimangono gli stessi ma sono cambiate le persone. In GB Blair, a poco più di 50 anni ha messo in pensione la propria carriera politica.
L’Italia è vecchia e ripudia i propri giovani, li tiene chiusi in collegio…ad aspettare il turno. Fino alla pensione.
Auguri Barack, speriamo tutti che sia un giorno di grande festa e di ottimismo per quello che rappresenti, per gli Stati Uniti d’America, per il mondo intero che oggi, di ottimismo, di pace, tolleranza, integrazione, di futuro ne ha davvero tanto bisogno!