L’esame era alle 10:00. Da bravi italiani siamo arrivati alle 10:02, ma integrazione per fortuna non vuol dire rinunciare ad essere se steessi 😉
Eravamo in 7: 4 Iracheni, 1 Marocchino, 1 Ucraino, 2 Italiani (Nico ed io)
Io ero l’unica donna. Più tardi l’esaminatore mi confermerà che le donne rappresentano solo un’esigua minoranza di coloro che richiedono la doppia cittadinanza. Perchè?
L’esame si svolge in tre parti:
Uno scritto (Multiple choises grammaticale, lettura e comprensione, composizione);
Comprensione orale;
Conversazione.
Il livello sembrava abbastanza bassso. Spero di non dovermi smentire.
Durante le varie pause abbiamo socializzato con gli altri esaminandi. Uno degli Iracheni ripeteva la prova per la quinta volta. Ogni volta ha versato alla scuola 115€: non mi è sembrato ricco e per fare l’esame ogni volta chiude il proprio negozio per mezza giornata. Non vede i suoi genitori da 8 anni, vivono in Iraq, e non potrà tornare in Iraq finchè non avrà ottenuto la cittadinanza tedesca. 5 anni fa ha avuto 2 gemelli che ancora non conoscono i nonni. L’ultima volta non ha superato l’esame per una insufficienza pari all’1% del punteggio finale.
Ho come la vaga sensazione che le scuole di lingua si approfittino del bisogno di certe fasce sociali e mi chiedo se sia veramente necessario chiedere agli esaminandi più di cento euro per ogni prova fallimentare.
Mi metto a scherzare con gli Iracheni dicendo che capisco alcune parole arabe grazie alle mie origini siciliane (“sciarra” nel mio dialetto sta per “shaaria” in arabo e “sciara” in curdo; li sorprendo con un bel “non esiste!” in arabo….”maffia!”).
Il testo che dovevamo leggere e dimostrare di aver compreso era sul tema del ruolo dei generi maschie e femminile nella società moderna…chissà se il tema era stato scelto intenzionalmente vista la sperequazione maschile o quella….araba! Ad ogni modo non mi ha colpito per la sua acutezza e neanche per la…purezza linguistica!