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Il mio femminismo – di Cetti Vacante

Concetta Vacante  27.3.1947 – 24.10.2014

Non potevamo non cogliere l’occasione di questo convegno dedicato alle Donne d’Europa per ricordare una cara compagna, una politologa, ricercatrice di politologia, una femminista e sindacalista degli anni duri della lotta per i diritti: la nostra Cetti Vacante, che se non fosse stata strappata a questo mondo poco piú di un mese fa oggi sarebbe certamente qui con noi.

Leggeremo le sue parole, tratte dal testo «Gli anni del mio femminismo», scritto nell’ambito del progetto comunitario «Tam Tam nel Mediterraneo» e per il volume «Mediterraneo una storia di donne e di uomini», pubblicato, in italiano e in francese, nel 1999.
«Gli anni settanta, gli anni del mio femminismo, ma non solo;

quante cose mi sono accadute in quel decennio, forse accadono o sono accadute a tutte le trentenni della mia generazione, ma a me sembrano tantissime, troppe per essere ancora contenute nella mia mente.
Nel ’71 ero ancora a Pisa, a casa mia, con i miei amici, il mio compagno;

nel ’74 ero già a Catania, mi ero sposata;

nel ’76 avevo già perso il primo figlio;

nel ’79 ero già separata e ed era nato Francesco, figlio naturale e dal doppio cognome; nel frattempo ero quasi di ruolo all’Università;

dalla Storia, il mio primo amore, ero passata alla politologia;

dal collettivo d’autocoscienza di via Santa Maddalena al Coordinamento per l’Autodeterminazione della donna;

da semplice iscritta di base della CGIL a dirigente nazionale.
Tutta la mia vita racchiusa in quel decennio, scandito dalle manifestazioni sull’aborto, sulla violenza sessuale e poi il pacifismo;

l’esperienza grande di incontrarsi con altre donne europee;

i girotondi festosi, gli zoccoli e le lunghe gonne al vento ma anche il dolore, la paura per la scoperta di non aver mai conosciuto una madre al cui seno rincantucciarmi:

possibile che vi fosse una differenza nella differenza, la madre, questo terribile oggetto del desiderio, che pensavo di aver allontanato per sempre dalla mia esistenza, quando a diciott’anni me ne ero andata a studiare fuori, chiudendomi alle spalle la famiglia, e che ora tornava prepotentemente con le parole delle compagne del collettivo, per farmi soffrire ancora, e ancora soffrire.
Cetti, chiamata con affetto Cera Liù, perché sempre così lucida, così razionale, così maschio. Cetti, la politica, e non solo per mestiere, Cetti la sindacalista, Cetti che non sa tenere il silenzio.

Quegli interminabili minuti, o forse solo secondi d’attesa prima che qualcuna nel cerchio prendesse la parola.

Forse non sono mai veramente appartenuta all’esperienza dell’autocoscienza, forse l’ho solo attraversata, abbeverandomi ad un acqua per me troppo aspra.

Ma ricordo bene perché ad essa mi sono avvicinata. Quella perdita non voluta del primo figlio, quell’improvvisa sensazione d’incomunicabilità con mio marito, quel dolore sordo e gli occhi di mia madre che mi lasciavano di notte sulla soglia dell’ospedale per poi risvegliarmi nel reparto delle operate di cancro, perché era “giusto” che là finissero quelle che abortivano, anche se per aborto spontaneo. Questa era ancora l’Italia, la Toscana, prima della legge 194/178.
Non potevo che trovare rifugio in quel cerchio: dalle mie simili cercavo una risposta alle mie domande; io che le donne non le avevo mai amate; non avevo parole, né gesti di donne da comunicare, i jeans e le scarpe da tennis erano la mia divisa, tutta la mia vita era stata scandita dall’incontro con i maschi, dai primi giochi infantili alle aule scolastiche, all’università, alla militanza politica.
Cetti, il maschio che mia madre avrebbe voluto come primo figlio. Cetti, la discola, la dispettosa. Cetti che rifiutava di farsi baciare e abbracciare, che cosa ci faceva in quel gineceo? Forse si, forse lo posso dire ora, di non essermi mai data all’autocoscienza: fare in contemporanea la sindacalista, trovare altri luoghi di dialogo con altre donne, era, è stato un modo di salvaguardare quella parte di me che meglio conoscevo, con la quale ero più in sintonia. Eppure quell’attraversamento mi ha insegnato ad amare le mie simili come me stessa, donna e madre. Certo ci ho messo molto più di quei dieci anni e la mia memoria mi dice di luoghi e tempi dolorosi. Guardo mio figlio, oggi adulto, e penso ad antiche parole scritte dopo un otto marzo di tanti anni fa.
(………..)

La luce di un fuoco d’artificio esplode improvvisamente nel cielo, e vi leggo le parole di allora: “Ti guardo bimbo mio e mi sembri un sogno”.

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Donne Europee in Germania: Partecipazione politica. Libertà è partecipazione.

il mio contributo per il dibattito politico del convegno di Rete Donne e.V. a Monaco di Baviera 29.11.2014

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La partecipazione alla vita politica é un valore la cui percezione negli ultimi anni sta cambiando, sia da un punto di vista della partecipazione attiva al voto che per quanto riguarda il coinvolgimento nei gruppi politico/associativi e quindi nell’esercizio del diritto di voto passivo.

Siamo donne d’Europa e occorre fare un ragionamento sulla partecipazione politica dei migranti Europei in Europa quanto sul coinvolgimento dei giovani e delle donne, coinvolgimento spesso controverso ma sicuramente in evoluzione.

Essere cittadini

La partecipazione alla vita politica è un valore e in essa è insito uno dei principi delle libertà individuali più importanti: per dirla con Gaber, non solo la libertà d’opinione ma anche della condivisione e della corresponsabilità. Scegliere di partecipare vuol dire assumersi in libertà la corresponsabilità della società in cui viviamo.

Cittadini migranti

Uso le parole del nuovo ambasciatore italiano in Germania, Piero Benassi: “pensiamoci cittadini Europei di nazionalità italiana residenti in Germania”. Ho molto apprezzato queste sue parole e ho voluto permettermi di approfondire: la cittadinanza di residenza e la cittadinanza Europea sono una bella visione che dobbiamo costruire e per costruirla dobbiamo cominciare ad usare gli strumenti a nostra disposizione, che in questo momento per noi italiani residenti in Germania sono due:

  • La doppia cittadinanza
  • Il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative locali in quanto cittadini comunitari.

Alcuni dati:

http://www.mstatistik-muenchen.de/wahlatlas_kw2014/html5/atlas.html?geog=1&indicator=i4&date=SPD&geog2=1&indicator2=i4&date2=CSU

 

http://www.mstatistik-muenchen.de/wahlatlas_kw2014/html5/atlas.html?geog=1&indicator=i4&date=SPD&geog2=1&indicator2=i4&date2=CSU

Un risultato di questo genere porta i gruppi politici a pensare che sia insufficiente, forse in qualche caso inutile, impiegare risorse per soddisfare le richieste politiche dei gruppi di concittadini con esperienza migratoria perchè questi in effetti non hanno interesse ad esprimersi politicamente nel momento della scelta democratica.

Allo stesso modo l’interesse a proporre candidati stranieri potrebbe decrescere perchè non rappresentano gruppi politicamente interessati all’iniziativa. La mia tesi invece è che proprio il coinvolgimento più intenso di un maggior numero di politici con background migratorio debba promuovere alla lunga la maggiore partecipazione politica di questi gruppi di concittadini, così come si spera che avvenga attraverso l’imposizione di quote per le donne e come si sa già da altri ambiti, come ad esempio quello scolastico, che influisce sulle ambizioni dei giovani avere degli esempi di adulti che si siano fatti strada in un certo settore: parlando di scuola, ad esempio ad un maggior numero di insegnanti con esperienza migratoria, corrispondono molto spesso un maggiore impegno e migliori risultati scolastici da parte degli alunni figli a propria volta di migranti.

In questo contesto vorrei aprire una breve parentesi e spendere due parole sulla mia esperienza personale. Mi sono accostata all’SPD nel 2005. Ero giá tessera nel mio partito italiano da diversi anni. Mi avvicinai nell’ambito del Forum per i Partiti socialdemocratici Europei a  Monaco, organizzato dalla stessa SPD. Nel 2006 ho fatto la tessera e sono stata accolta molto calorosamente. Quando l’impegno è diventato più intenso molti ne sono stati contenti, soprattutto ai vertici del partito. Nell’OV ho osservato innescarsi alcune dinamiche di competizione dalle quali ho subito preso le distanze. Oggi devo dire che l’impegno degli ultimi anni e delle tante campagne elettorali giocate in squadra ha maturato dei risultati in termini di stima e riconoscimento. Nelle ultime elezioni del direttivo delle donne socialdemocratiche della regione di Monaco mi è stato chiesto di candidarmi e sono stata l’unico membro del nuovo direttivo ad essere stata eletta all’unanimità nella posizione per la quale si candidava. Poche settimae dopo, sempre in quota AsF sono stata eletta dall’intero partito, membro supplente nel direttivo generale della regione di Monaco. È la prima volta che un membro dell’SPD non nato e non cresciuto in Germania faccia parte di questo organo. Questo dato mi rende molto orgogliosa e anche consapevole di una responsabilità, di un nuovo punto di osservazione e di una nuova opportunità per tutti.

 

Donne e partecipazione politica:

Essere donne in politica

Ma torniamo al ruolo delle donne in politica. Essere donne non vuol dire necessariamente essere escluse dai percorsi politici: è pur vero che le donne, spesso, finiscono per autoescludersi per problemi di “accessibilità” degli stessi percorsi, o perchè non sono state educate ad immaginare certe posizioni per sè. Vuol dire purtroppo, anche fare una scelta di gestione del proprio ruolo.

Molti pensano che fare politica oggi per una donna debba coincidere con la rinuncia ad una certa quota di femminilità. Altri pensano che voglia dire al contrario, esaltare la propria femminilità e “approfittarne” per trarne vantaggi di varia natura. Io mi rifiuto di entrare in questo dibattito: sono convinta del fatto che la PERSONA venga prima di tutto, indipendentemente dal proprio genere, dall’età, dalla nazionalità, dalla religione, dallo stato fisico.

La persona come complesso di caratteri. L’essere donna comporta innegabilmente avere in certi ambiti un approccio diverso da quello degli uomini, complementare ed ugualmente necessario. Lo stesso si può dire per giovani e anziani, per emigrati e non, per portatori di varie culture e moralità, forme di disabilità e abilità.

Io credo che in questo gli unici veri principi di cui tener conto siano la lealtà ed il rispetto: lealtà e rispetto nei confronti di se stessi, nei confronti dei propri cari, dei propri affini, della società e della morale. In lealtà e rispetto si può fare tutto. Parafrasando la più nota frase di Sant’Agostino: “Ama e fa ciò che vuoi”.

accessibilità della partecipazione politica

Quando parlo di accessibilità oggi mi riferisco a tutto ciò che riguarda la gestione della vita familiare ma non solo. La famiglia è spesso vista come responsabilità unica della donna/madre. Visione che ritengo errata. Io mi spingo fino a dire che i figli, i bambini sono nella responsabilità della società stessa che deve garantire ad ogni bambino uguali possibilità.

 

Le quote.

Alla luce di quanto detto fin qui possoi dire di essere solo partzialmente d’accordo con l’introduzione di quote. Fino a pochi anni fa avrei detto di essere del tutto contraria. Avrei detto che l’unica cosa che conta é la formazione. Oggi, con qualche anno in più dico che è idealmente vero ma che concretamente le quote servono a creare dei precedenti necessari e degli esempi viventi e che l’obiettivo debba essere comunque quello di non averne piú bisogno nel giro di pochi anni.

 

Sprito di gruppo.

Credere nella partecipazione vuol dire secondo me, credere nell’utilità di tutti, nel fatto che siamo tutti ugualmente importanti e nessuno  indispensabile.  Quando per decenni non si riesce a creare un ricambio ai vertici di una Istituzione o di una associazione qualcosa non ha funzionato e occorre seriamente interrogarsi sul cosa non abbia funzionato. Solo questo elemento di criticità ci aiuta a lasciare il posto migliore di come lo abbiamo trovato: principio scout che secondo me è fondamento dell’agire politico.

Occorre ragionare in termini di gruppo, fare crescere il gruppo. Sostenere la partecipazione politica è scegliere di lavorare insieme. L’obiettivo è sempre comune. Le risorse invece, sono poche. Per questo è importante creare e fomentare  sinergie. E per questo mi permetto di ricordarvi le iniziative di uno splendido gruppo che ho contribuito a far nascere nel 2008 e che continua ad organizzare manifestazioni di una grande profondità: Un’Altra Italia che in queste settimane ed anche oggi e domani tengono manifestazioni sull’Immigrazione e sui fatti di Lampedusa e di tutta Europa. Vi invito caldamente a partecipare. Potrete trovare fuori i flyer.

E lasciatemi chiudere con una frase di una persona che ho amato molto, che da bambina era quel bambino un pò più grande di me che mi portava al parco giochi, che per la prima volta mi ha messo in mano una bandiera, che mi portava in stanze dalle pareti tutte rosse che con i miei pochi anni non riuscivo ancora a capire cosa fossero e che purtroppo quest’anno é improvvisamente e prematuramente scomparso, Giacomo Di Benedetto, deputato della regione Sicilia e sindaco di un comune dell’Agrigentino che ha ospitato molti profughi approdati a Lampedusa.

Diceva in un suo discorso solo poco tempo fa: “….siamo tutti portatori di una diversità, diverse culture, diverse idee, come diverse sono le dita di una mano ma che insieme sanno stringersi, costituire un pugno, il pugno di una battaglia per il rinnovamento della nostra Sicilia….” e poi ancora “patrimonio di gente che può con orgoglio dire ancora oggi che LA POLITICA È BELLA!”

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Ab dem 8.November bis zum 6.Dezember in München veranstaltet Un’Altra Italia die Reihe „Wir sind alle Migranten“

Un’altra Italia (Ein anderes Italien, Arbeitsgruppierung von den italienischen Kulturvereinen Circolo Cento Fiori e.V. und Rinascita e.V. unterstützt) präsentiert die Initiative 2014 “Wir sind alle Migranten“, eine Veranstaltungsreihe zum Thema Migration und ihren unterschiedlichen Aspekten im 21.Jahrhundert.

 

Termine:

 

  • Samstag, 8. November, 17 Uhr (Einlass ab 16 Uhr 30)

im Audimax des Sprachen- und Dolmetscher-Institutes, Baierbrunnerstr. 28

Literarischen und musikalischen Einführung ins Thema „Migration geht an uns allen“.

Bei der Gelegenheit wird eine Spendeaktion zugunsten der Organisatoren gestartet, auch wenn der Eintritt frei ist. Abschließend Diskussion bei einem Imbiss (Verkostung von Bio Produkten von Libera Terra wie Wein, Friselle, Säfte, etc. Aus den von dem Mafia konfiszierten Landguten)

 

  • – 30. November

“Die Odyssee des 21. Jahrhunderts. Immigrieren nach Italien”:

Filmreihe (veranstaltet von Circolo Cento Fiori Cinema und Filmstadt München e.V. in Zusammenarbeit mit Münchner Stadtbibliothek) im Gasteig, Rosenheimerstr, 5, im Vortragssaal der Bibliothek.

 

6 Filme zum Thema Migration:

Terraferma” (2011) von E. Crialese (Freitag, 28.11., 18 Uhr),

Io e l’altro” (2007) von M. Melliti (Freitag, 28.11., 20 Uhr 15),

Il villaggio di cartone” (2011) von E. Olmi (Samstag, 29.11., 17 Uhr 30),

Sta per piovere” (2013) von H. Rashid (Samstag, 29.11., 19 Uhr 30),

La prima neve” (2013) von A. Segre (Sonntag, 30.11., 17 Uhr),

Va pensiero. Storie ambulanti“ (2013) von D. Yimer (Sonntag, 30.11.,19 Uhr 30).

Bei diesem Film wird der Regisseur anwesend sein und auch beim anschliessenden kleinen Imbiss im Foyer der Stadtbibliothek. Wer mehr über das Programm erfahren möchte, kann die Website von Un’altra Italia (http://www.centofiori.de/Un_altra_italia.htm) besuchen.

 

  • Samstag, 6. Dezember 17Uhr, (Einlass ab 16:30 Uhr)

Schluss- und Höhepunkt der Veranstaltungsreihe ist am wieder im Sprachen- und Dolmetscher-Institut (Audimax), wo der “Fall Riace” betrachtet wird.

Riace ist eine kleine Gemeinde in Kalabrien, der eine beispiellose Flüchtingsaufnahme und Integration der Migranten gelungen ist.

Darüber werden sich Domenico Lucano, Bürgermeister von Riace, und Michael Braun, Italienkorrespondent der taz Berlin, vor dem Publikum unterhalten. Anschließend Diskussion.

 

Es wird dazu der in Riace gedrehte Dokumentarfilm von Wim Wenders “Il volo” gezeigt.

Im Lauf der Veranstaltung werden die Weichen für konkrete Formen der Solidarität gegenüber Riace und den anderen Locride-Gemeinden gestellt.

Bozzapieghevole2x

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Ludwigshöfe in Laim: Die Bürger haben gewonnen!

So ein Widerstand kann erfolgreich sein, wenn Bürger und Politik sich zusammen schließen, wenn Bürger sich engagieren, auch gegen allen Erwartungen und “höheren Mächte”, wenn die Politik ein offene Ohr hat und Anliegen der Bürgern ernst nimmt!

LudwigRichtersHöfe

Danke an Allen!!!

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IL 15. ED IL 18.OTTOBRE 2014 L‘OPERA DEI PUPI SICILIANA A MONACO: LA GRANDE PRIMA BAVARESE NELL’ANNO DI CARLO MAGNO

 

COL GENTILE SOSTEGNO DELL’ASSESSORATO ALLA CULTURA DELLA CITTÀ DI MONACO DI BAVIERA

È per noi un grande onore ospitare a Monaco, per la prima volta in tutta la Baviera, l’Opera dei Pupi siciliana.

Sono previste due rappresentazioni in cittá:

Mercoledí 15.10.2014 19:30- Interim, am Laimer Anger 2 München

Sabato 18.10.2014 11:00 – SDI, Baierbrunnerstr.28 München

 

 

Ulteriori informazioni sul flyer in allegato

Nel pomeriggio di Venerdí 17.10 15-17 verrá invece offerto un Workshop per bambini e ragazzi presso la scuola bilingue Leonardo da Vinci, Baierbrunnerstr.28.

 

Organizzatori

Le Zagare. Siciliani e non solo (Associazione culturale siciliana e tedesca)

Bi.Di.Bi. e.V. (Associazione per la formazione bilingue italo-tedesca)

 

L’Opera dei Pupi é una antica e famosa tradizione ed arte siciliana che non era ancora mai arrivata a Monaco di Baviera. Noi desideriamo proporla proprio nell’anno dedicato a Carlo Magno!

Giá gli stessi Pupi (marionette di legno vestite dei costumi d’epoca, alte almeno un metro e manovrate attraverso fili) sono delle vere e proprie opere d’arte.

La storia di Carlo Magno domina l’intera scena e le vicende sono tratte dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (XVI sec.). Queste verranno recitate in italiano e siciliano con spiegazioni scritte in tedesco. Il programma é interculturale e storicamente pregiato e si rivolge a grandi e piccini. Introduzione e Workshop saranno offerti anche in tedesco.

 

La famiglia Mancuso di Palermo ripropone la tradizione e l’arte dell’Opera dei Pupi giá dal 1928.  Enzo Mancuso, Mastro puparo della terza generazione, studia e si specializza nel restauro e la ricostruzione dei pupi tradizionali. Contemporaneamente approfondisce lo studio delle storie tratte dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e dei loro adattamenti per l’Opera dei Pupi.

 

Carlo Magno é la figura principale del pezzo che proporremo. Quest’anno celebriamo proprio 1.200 anni dalla sua morte.

Carlo Magno rimane nella storia come il primo grande visionario europeo, essendo stato il precursore di una comune razionalitá che attraversa oggi l’Europa dalla Scozia alla Sicilia, e della formazione scolastica moderna, cambiando la vita di ogni bambino.

 

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Programma

IL DUELLO DI ORLANDO E RINALDO PER AMORE DELLA BELLA ANGELICA

I due paladini, cavalieri di Carlo Magno, si scontrano non solo per il regno di Francia ma anche per l‘amore della bella Angelica, principessa mediorientale che fa perdere la testa ad ogni uomo. Il duello prenderebbe una brutta piega se non intervenisse il Mago Malagigi….

Organizzatori

Le Zagare. Siciliani e non solo

L’Associazione culturale “Le Zagare. Siciliani e non solo” nasce a Monaco di Baviera nel Febbraio del 2012 con lo scopo di promuovere l’ integrazione culturale e generazionale in ambito migratorio.

L’associazione considera quale proprio fondamento la promozione culturale fondata su principi morali e democratici, principi sani puliti cultura in positivo e considera la lotta alla cultura mafiosa un presupposto essenziale nella propria dialettica interna e da promuovere verso l’esterno attraverso un linguaggio ed un metodo positivi e propositivi.

Il nostro obiettivo più alto è che il nome della nostra terra, la Sicilia venga associato a valori positivi di riferimento uscendo dalla spirale dei prodotti di sottocultura, stereotipi e pregiudizi che pesano sulla nostra storia ed attualità.

L’Associazione aderisce alla rete internazionale dell’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (USEF) nata nel 1970 per iniziativa dell’On. Pompeo Colajanni, a sua volta affiliata FILEF, Fondata da Carlo Levi.

http://www.usefinternational.org/la-nostra-storia

https://www.facebook.com/AssSicilianaLeZagare

Bi.Di.Bi. e.V.

BiDIBi (Bilingualer Deutsch-Italienischer Bildungsverein – Associazione culturale bilingue Italo-Tedesca) è una associazione senza scopo di lucro, costituita a Monaco di Baviera per favorire e sviluppare l’integrazione culturale e linguistica tra Italia e Germania, attraverso iniziative culturali e attività educative in ambito formale e non formale.

Sono stati già programmate diverse attività ed eventi e altre saranno avviate a breve. Tra le principali, segnaliamo la promozione di attività formative per insegnanti e la proposta di viaggi culturali in Italia e nei paesi di lingua tedesca.

L’associazione è inoltre lieta di annunciare l’apertura della nuova scuola primaria bilingue italo-tedesca a tempo pieno Leonardo da Vinci avvenuta con successo nel 2013.

http://www.bidibi.org/

www.facebook.com/bidibi.verein

Con il genitle sostegno dell’assessorato alla cultura del commune di Monaco di Baviera

Il Patrocinio dell‘ENIT (Ente nazionale italiano per il turismo)

La cooperazione di ZERO39 SKY Channel

Prenotazioni:  zagare.monaco@gmail.com

Ulteriori informazioni sul flyer in allegato

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Wirtschaftsanalyse der Kosme (Übersetzung auf Deutsch folgt unten)

ANALISI ORGANIZZATIVA PRODUTTIVA E COMMERCIALE DELLA KOSME

L’azienda Kosme è stata acquisita

Organizzazione commerciale prima dell’acquisizione della Kosme.

Prima dell’organizzazione commerciale dell’acquisizione della Kosme, l’ufficio commerciale era composto da circa 10 venditori con relative assistenti (ca. 20 persone). I venditori si interfacciavano inizialmente con la rete di corrispondenti commerciali  a livello internazionale. L’arrivo della Krones ha comportato l’eliminazione dei corrispondenti commerciali di Kosme e in un secondo momento all’eliminazione dell’ufficio vendite proprio di Kosme. Sono rimasti solo i venditori dislocati presso Krones Garda. Questi ultimi non hanno il contatto diretto col cliente, ma devono interfacciarsi con i venditori Krones.

Le assistenti alle vendite e i project manager sono stati altrimenti collocati.

Come conseguenza, si è perso il contatto diretto con la clientela. Le richieste arrivano via Krones. La preparazione delle offerte ha subito un forte rallentamento causato dal grande numero che di persone che si devono interfacciare e non sempre con le conoscenze del prodotto (la richiesta arriva via Krones, le assistenti alle vendite in Krones, non conoscendo il prodotto, spesso non forniscono le informazioni necessarie per configurare la macchina richiesta. Per qualsiasi informazione necessaria per proseguire con la configurazione della macchina va richiesta all’assistente che non sempre è in grado di rispondere e deve chiedere al venditore Krones che a sua volta chiede al cliente, quindi alla fine l’informazione arriva al tecnico che configura la macchina – magari incompleta). In questo modo prima che il cliente riceva l’offerta richiesta passano più settimane.

Spesso comunque la macchina richiesta non soddisfa pienamente le richieste del cliente appunto perché troppe persone vengono coinvolte e le informazioni si perdono.

La configurazione delle macchine viene fatta tramite sistema SAP  che si interfaccia con il sistema SD-CC.

L’assistente inserisce i dati del cliente e le richieste del cliente in SD-CC (spesso errati o incompleti), detto sistema passa le informazioni a SAP che tramite percorsi interni arriva ai tecnici configuratori, tecnici e specialisti che, in base ai dati presenti, propongono e creano la macchina più adatta a soddisfare la richiesta (riempitrice per bottiglie in PET piuttosto che per il vetro, per il prodotto piatto piuttosto che gasato).

Una volta che l’offerta diviene ordine, spesso ciò che inizialmente il cliente ha richiesto non è il prodotto che viene realizzato appunto perché non c’è lo scambio di informazioni necessarie

 

Da quando Krones ha preso il controllo di Kosme ha imposto la propria struttura e strumenti informatici senza considerare la differenza delle due aziende. Krones è una multinazionale con più di 10.000 dipendenti in tutto il mondo, mentre Kosme è una piccola azienda di neanche 400 dipendenti, la cui gestione era molto più semplificata. Imponendo la propria struttura Krones ha portato a un rallentamento della produzione di Kosme, provocando ritardi sia nella stesura delle offerte, sia nelle consegne delle macchine e un conseguente aumento dei costi che ha portato ad un rialzo dei prezzi di vendita delle macchine (prezzi non più competitivi ma tecnologia superata).

Krones non ha investito sulla tecnologia Kosme, semplicemente ha imposto a Kosme, dove la tecnologia presentava delle lacune, pezzi di macchine Krones (vedi gruppi colla per le etichettatrici e valvole di riempimento Krones). Kosme si è ritrovata ad acquistare (a prezzi non contenuti) da Krones pezzi per costruire le proprie macchine. Ciò incide sui costi di produzione per le macchine (ora Krones vuole chiudere le due divisioni Kosme dove non vengono acquistati pezzi di produzione Krones…). Perché non è stato permesso a Kosme di investire sulla propria tecnologia, o si è data la possibilità ai tecnici Kosme di apprendere come assemblare i pezzi Krones e produrli in loco?

Conseguentemente al ritardo nella presentazione delle offerte  e ritardo nella consegna delle macchine è stato deciso di eliminare il reparto vendite Kosme (venditori, assistenti, project manager) e spostare il tutto in Krones AG (2013). I venditori sono stati spostati presso Krones Garda, le assistenti e i project manager di Kosme ricollocati. In questo modo si doveva velocizzare la preparazione delle offerte (cosa che non avviene).

Nel frattempo in Krones sono stati creati uffici appositi per seguire le macchine Kosme (addetti alla configurazione macchine e assistenti per inserimento dati), mentre venditori  e project manager tedeschi, oltre a seguire macchine Krones, seguono anche le macchine Kosme senza avere le competenze e incentivi equiparati alla loro esperienza per le macchine Krones. Questo comporta il fatto che prima di proporre macchine Kosme, a pari produzione, vengono proposte macchine Krones.

Le macchine Kosme rispondono alla bassa/media produzione, mentre le macchine Krones sono per linee a velocità più elevate. Quando però la velocità è border line spesso le macchine Krones prendono il sopravvento.

Spesso si è visto che in caso di linee miste, quando si concorda per l’ultimo prezzo, questo accordo va a ridurre maggiormente il margine di guadagno delle macchine Kosme rispetto le macchine Krones. Kosme vende le proprie macchine solo a Krones accordando a Krones un ulteriore sconto del 3% (vendita intercompany). Non avendo più la vendita diretta al cliente Kosme non gode più del possibile guadagno sulla vendita di macchine di fornitori terzi.

Altro passo di Krones è stato di imporre a Kosme aziende con le quali Krones lavora (Deufol per gli imballi delle macchine, Maintech per l’assistenza presso il cliente e Kuehne + Nagel per il trasporto). Kosme aveva già la propria rete con la quale lavorava da anni e aveva prezzi più vantaggiosi degli attuali.

Con la dirigenza Krones la stessa gestione dei costi è stata alquanto allegra: visti gli alti costi di gestione interna, perché imporre ulteriori costi evitabili quali l’albero di natale, le numerose cene o incontri presso strutture esterne  nonostante Kosme sia dotata delle necessarie sale di conferenza? Ecc.

 

Ora Krones vuole procedere con una drastica riduzione di costi diminuendo il personale sia in produzione, sia impiegatizio.  Per quanto riguarda la produzione vuole chiudere le due divisioni i cui costi sembrano essere superiori ai ricavi. Come mai avviene questo?  E le aziende che producono solo quel tipo di macchine allora come fanno a non avere questi problemi di costi? Forse una gestione più accurata potrebbe ridurli. Inoltre la forza del prodotto Kosme è la linea completa, un unico interlocutore per il cliente. Togliendo quest’opportunità siamo al pari di altri produttori di riempitrici ed etichettatrici ma con la tecnologia superata e i prezzi comunque non proprio competitivi.

Innanzitutto, prima di procedere con una riduzione del personale, oltre a rivedere la gestione dei costi, bisognerebbe rivedere la farraginosa struttura imposta da Krones riducendo i numerosi passaggi interni e contendo i costi di produzione (si sveltirebbero i processi). Solo in un secondo momento si passa a ridurre il personale se la necessità permane.

 

Per quanto riguarda il settore impiegatizio, riportando gli uffici vendita Kosme in Kosme, con la propria struttura originale (inserendo i dati nello strumento informatico Krones solo in un secondo tempo), si riporterebbe la preparazione delle offerte ad un tempo accettabile e la necessaria corrispondenza tra prodotto richiesto dal cliente e prodotto finale (grazie al rapporto diretto col cliente e la necessaria conoscenza del prodotto da vendere). Gli impiegati atti a seguire tali processi ci sono e hanno le competenze necessarie (senza dipendere da impiegati di Krones AG).

 

Per quanto riguarda i tecnici trasfertisti, come i venditori, la ditta dovrebbe avere i propri interni e non appoggiarsi a tecnici forniti da ditte esterne (Maintech) che non sempre conoscono il prodotto in modo adeguato. Si risparmierebbe sui costi, si darebbe un servizio migliore evitando di ridurre il personale interno.

I costi si possono ridurre evitando le spese superflue quali alberi di natale, continui spostamenti di uffici o addirittura divisioni (la torneria e relativi macchinari è stata spostata 2 volte nell’arco di pochi mesi). Si possono evitare i meeting presso strutture esterne o pranzi/cene pagati dalla ditta.

Il personale può essere utilizzato in maniera più elastica spostandolo, a seconda della necessità contingente, a svolgere diversi lavori (senza ricorrere sempre alle agenzie interinali). Soprattutto riportando in Kosme il lavoro relativo a Kosme (sia impiegatizio, sia commerciale, sia di produzione e assistenza).

 

Attualmente in Krones ci sono più di 140 vacancies, anziché licenziare il personale in esubero in Kosme (per lo meno a livello impiegatizio) si potrebbe utilizzarlo per ricoprire parte di dette vacancies. Questo è possibile quando il lavoro viene svolto tramite strumenti informatici: attualmente in Krones ci sono persone che svolgono lavori di pertinenza Kosme, si potrebbe fare il contrario per le macchine Krones. Oppure si potrebbe ricollocare tali dipendenti Krones in detti posti vacanti in Krones, riportando in Kosme il lavoro di pertinenza Kosme.

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ANALYSE DES UNTERNEHMENS KOSME IN HINSICHT AUF ORGANISATION,PRODUKTION und HANDEL bzw.VERKAUF.

 Das Unternehmen Kosme wurde aufgekauft.

Handelsorganisation vor der Akquise von Kosme.

Vor der Übernahme der Handelsorganisation von Kosme, war deren Verkaufsbüro mit ca 10 Verkäufern organisiert  und der entsprechenden Anzahl von Assistenten (ca 20 Personen).

Die Verkäufer stimmten sich anfangs international mit dem Vertriebsnetzwerk der Handelsvetreter ab.  Die Akquise durch Krones zog den Wegfall der Handelsvetreter von Kosme mit sich und bedeutete in einem zweiten Schritt auch die Auflösung der internen Verkaufsabteilung von Kosme.

Es blieben lediglich die Verkäufer, die Krones Garda zugeteilt waren übrig. Die Letzteren haben keinen direkten Kontakt mit dem Endkunden und müssen sich mit den Verkäufern von Krones abstimmen.

Die Verkaufsassistenten und die Projekmanager sind anderweitig eingesetzt, bzw. vermittelt worden.

Als Konsequenz brach auch der direkte Kontakt mit der Kundschaft ab.

Die Aufträge laufen nunmehr über Krones. Die Aufbereitung der Angebote wurde aufgrund der vielen beteiligten Personen, die zwischengeschaltet sind, erheblich verlangsamt, und auch nicht immer das Produkt kennen.

Der Auftrag kommt über Krones. Die Verkaufsassistenten in Krones, die das Produkt nicht kennen, sind oft nich in der Lage die benötigten Informationen zu liefern, um die angeforderte Maschine herzurichten. Für jedwedig benötigte Information zum Zwecke der Konfiguration der Maschine, muss eine Rückfrage mit dem Assistenten erfolgen, der nicht immer zufriedenstellend antworten kann und seinerseits den Krones-Verkäufer bemühen muss, der wiederum den Endkunden konsultiert, sodaß am Ende die benötigte Information für den Techniker, der die Maschine einstellen muss, fehlerhaft oder nur unvollständig diesen erreicht. Auf diese Weise erhält der Kunde das angeforderte Angebot erst nach mehreren Wochen.

Oft entspricht dann die angeforderte Maschine eben gerade nicht vollends den Wünschen des Kunden, weil zu viele Personen im Prozess involviert waren und die Informationen  auf diesem Weg verloren gingen.

Die Konfiguration der Maschine erfolgt mit SAP, dass mit dem System SD-CC interagiert.

Der Asssistent pflegt die Daten des Kunden  und seine Anforderungen in SD-CC ein (oft fehlerhaft oder unvollständig), das besagte System leitet diese Informationen weiter an SAP, das wiederum über interne Abläufe dann die Konfigurations bzw. Set-Up-Techniker schließlich beliefert.

Diese Techniker und Spezialisten schlagen dann aufgrund der gelieferten Daten das Set-Up, bzw. die eigens angeforderte Maschine vor, um dem Kundenwunsch zu entsprechen. Meistens handelt es sich eher um Abfüllmaschinen für Flaschen in PET  anstatt Glas und eher um feste Produkte als in gasförmiger Form.

Wenn das Angebot dann zum Auftrag wird, entspricht das fertig produzierte Produkt oft nich dem,  was der Kunde ursprünglich angefragt hatte, weil der notwendige Informationsaustausch eben gerade nicht erfolgt ist.

Seit Krones die Kontrolle über Kosme erlangt hat, hat das erstere Unternehmen dem anderen die eigene Struktur und Informationstechnologie aufgezwungen, ohne die Unterschiede beider Unternehmen zu berücksichtigen.

Krones ist ein multinationales Unternehmen mit mehr als 10.000 Mitarbeitern weltweit, während Kosme eine kleine Firma mit nicht mal 400 Mitarbeitern ist, dessen Betrieb wesentlich einfacher ablief.  Indem Krones die eigene Struktur aufzwang, hat dies zu einer Verlangsamung der Produktion von Kosme geführt. Was sowohl Verzögerungen in der Erstellung der Angebote als auch in der Lieferung der Maschinen nach sich zog, mit entsprechendem Anstieg der Kosten und folglich auch den Verkaufspreis der Maschinen in die Höhe trieb.(nicht mehr wettbewerbsfähige Preise bei gleichzeitig überholter Technologie)

Krones hat nicht in die Technologie von Kosme investiert. Es hat Kosme einfach in den Bereichen, wo Kosme technologische Mängel aufwies, Maschinenteile von Krones aufgezwungen (siehe Klebegruppen für Etikettiermaschinen und Auffüllventile von Krones).

Kosme sah sich also genötigt ,zu hohem Preis , Krones Maschinenteil abzunehmen, um seine eigenen Maschinen zu produzieren.

Das schlägt sich auf die Produktionskosten der Maschinen nieder.  Nun will  Krones jene zwei Abteilungen von Kosme schließen, die nicht Maschinenteile aus Kronesproduktion kaufen.

Warum hat man Kosme nicht erlaubt in die eigene Technologie zu investieren, oder den Kosme-Technikern nicht ermöglicht zu lernen die Krones-Teile zusammenzubauen und vor Ort zu produzieren?

Als Folge der Verzögerungen bei der Angebotserstellung nebst Auslieferungsverzögerung  der Maschinen, wurde beschlossen, die Verkaufsabteilung von Kosme zu schließen, samt Verkäufern, Assistenten, Projektmanagern und alles auf die Krones AG (2013) zu verlagern.

Die Verkäufer sind nach Krones Garda versetzt worden, die Assistenten und Projektmanager von Kosme sind weitervermittelt worden. Auf diese Weise sollte die Angebotserstellung beschleunigt werden.(Was aber nicht geschieht).

In der Zwischenzeit wurden in Krones eigene Büros eingerichtet, um die Maschinen von Kosme zu betreuen. Angestellte für die Einstellung der Maschinen und Assistenten für die Dateneinpflege, während deutsche Verkäufer und Projektmanager, neben der Betreuung der Krones-Maschinen nunmehr auch Kosme-Maschinen betreuen, ohne über die Kompetenzen und Vergünstigungen hierüber zu verfügen im Vergleich zu den Krones Maschinen. Das führt dazu, dass bei gleichen Produktionsbedingungen im Angebotsvorschlag die Krones-Maschinen den  Kosme-Maschinen vorgezogen werden.

Die Maschinen von Kosme bedienen eher das untere-mittlere Marktsegment, während die von Krones in den schnelleren-höheren Produktionslinien operieren. Wenn aber die Geschwindigkeit border-linig ist, gewinnen die Krones-Maschinen die Oberhand.

Oft konnte man aber beobachten, dass im Falle eines Produktionslinien-Mix in der Endphase der Preisverhandlungen, die Einigung über denselbigen,  die Gewinnmarge der Kosme-Maschinen weiter schmälert zugunsten der Krones-Maschinen. Kosme verkauft die eigenen Maschinen nur an Krones und gewährt Krones noch einen zusätzlichen Rabatt von 3%(Innerbetrieblicher Verkauf). Da kein Direktverkauf mehr zum Endkunden besteht, kommt Kosme nicht mehr in den Genuss des möglichen Verkaufs an Drittanbieter.

Ein weitere Massnahme seitens Krones war es, dem Unternehmen Kosme auch die Firmen vorzuschreiben, mit denen Krones zusammenarbeitet ( Deufol für die Verpackungsmaschinen, Maintech für den Kundenservice und Kuehne + Nagel für den Transport).Kosme hatte vorher schon sein eigenes Firmennetz  aufgebaut mit denen es gut zusammenarbeitete und konnte mit besseren Preisen kalkulieren als die jetzigen.

Mit dem Krones-Vorstand gestaltete sich die gleiche Preisgestaltung eher locker. In Anbetracht der hohen innerbetrieblichen Kosten, der Aufzwingung vermeidbarer Kosten für den Weihnachtsbaum, den zahlreichen Abendessen und Meetings in externen Strukturen, obwohl Kosme über eigene geeignete Konferenzräumlichkeiten verfügt, etc.

 

Nun will Krones eine weitere drastiche Kosteneinsparung vorantreiben, indem es sowohl das Personal in der Produktion als auch in der Verwaltung streicht. Was die Produktion betrifft, will man die beiden Abteilungen schließen, indem die Kosten höher zu sein scheinen als der Gewinn.

Wie kommt das? Und wie kann es sein, dass Betriebe,die nur einen Maschinentyp produzieren, nicht ein solches Kostenproblem aufweisen?

Vielleicht könnte ein sorgfältigeres Management solche Kosten reduzieren. Ausserdem liegt ja die Produktstärke von Kosme gerade in einer vollständigen Produktionslinie und einem einzigen Ansprechpartner für den Kunden. Indem man eine Option gegenüber anderen Produzenten von Abfüll- und Etikettiermaschinen verhindert, gerät man mit einer überholten Technologie, mit nicht gerade wettbewerfsfähigen Preisen, schließlich ins Hintertreffen.

Vor allem müsste man, bevor man das Personal reduziert, neben einer Revision des Kostenmanagements, auch die verwirrenden und durch Krones aufgezwungenen Strukturabläufe überprüfen, indem man die  zahlreich entstandenen internen Vorgänge reduziert und die Produktionskosten verringert. Dadadurch würden die Prozesse auch beschleunigt. Nur danach käme ein Personalabbau in Frage, vorausgesetzt die Notwendigkeit bestünde dann weiterhin.

Was den Angestelltensektor anbelangt, würde man die Verkaufsbüros von Kosme in die Kosme eigene Originalstruktur zurücküberführen und die Daten in das Krone Informatiksystem erst in einem zweiten Schritt einpflegen. So könnte  auch die Angebotserstellung, dank dem direkten Kontakt mit dem Kunden und der unabdingbaren Kenntniss des zu verkaufenden Produktes, im Rahmen eines vernünftigen Zeitfensters bleiben und zu einer notwendigen Übereinstimmung zwischen angefragtem Endprodukt seitens des Kunden  führen.

Die Angestellten, um solche Prozesse zu begleiten, gibt es und verfügen auch über die dafür notwendigen Kompetenzen, ohne von den Krones AG Angestellten abhängen zu müssen.

Was die Aussendienstmitarbeiter bzw. Techniker anbetrifft, sprich Verkäufer, sollte die Firma über die eigenen internen verfügen und nicht auf externe zurückgreifen, die von anderen Firmen gestellt werden (Maintech), die nicht immer das Produkt auf zufriedenstellende Weise kennen. So würde man Kosten sparen und zudem einen besseren Service liefern, indem man vermeidet das eigene Personal zu reduzieren.

Die Kosten kann man dadurch reduzieren, indem man überflüssige Kosten wie Weihnachtsbäume streicht, oder die ständigen Umzüge von Büros oder ganzer Abteilungen . Die Drechslerei, samt ihren Maschinen, wurde sogar innerhalb von wenigen Monaten zwei mal verlegt. Man kann auch die Meetings in externen Strukturen vermeiden, oder Mittag- und Abendessen, die von der Firma bezahlt werden.

Das Personal kann auch flexibler und je nach Bedarf eingesetzt werden, um auch unterschiedliche Arbeiten zu verrichten, ohne dafür auf Zeitarbeitsfirmen zurückzugreifen. Vor allem indem man die Arbeit von Kosme zu Kosme zurückbringt ;sowohl im Angestellten -, Kommerziellen-, Produktions- und Servicebereich.

 

Zur Zeit gibt es in Krones mehr als 140 Leerstellen. Anstatt das Überhangpersonal von Kosme , wenigstens dasjenige im Angestelltenverhältnis bzw. in der Verwaltung zu kündigen, könnte man es berücksichtigen, um besagte Leerstellen zu besetzen. Das ist dort möglich, wo die Tätigkeiten mit Informatikinstrumenten erfolgt. Zur Zeit gibt es in Krones Personal, die Kosme-eigene Arbeiten ausführt.  Man könnte das Gegenteil für die Maschinen von Krones tun. Oder man könnte diejenigen Kronesmitarbeiter auf besagten Leerstellen besetzen und die Arbeiten von Kosme wieder zu Kosme zurückführen.

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Krones wächst weiter und kündigt Hunderte von Mitarbeitern bei der italienischen Töchtern Kosme

http://www.finanztreff.de/news/krones-waechst-weiter-und-restrukturiert-tochter-kosme/9909284

Kosme-Krise, die Vizepräsidentin Zaltieri schreibt an die deutschen Vorstände (Original auf Italienisch folgt unten)

12.08.2014 15:30

Bereit für ein Treffen in Deutschland

Unverzüglicher Stop der Kündigungen, um eine angemessene Analyse zu ermöglichen, damit man eine sozialverträgliche Lösung im Rahmen eines seriösen Industrieplanes entwickeln kann und den Neustart eines Betriebes herbeizuführen, der über genügend Professionalität verfügt, um wieder in eine aktive Zukunft zu blicken.

Das verlangt die Vizepräsidentin der Provinz von Mantua mit Mandat im Arbeitsreferat Francesca Zaltieri in einem Brief, den Sie heute Josef Weitzer, dem Präsidenten des Betriebsrates und Aufsichtsratsmitgliedes der Krones AG geschickt hat, einem Unternehmen, das die Kontrolle der Kosme von Roverbella hat.

Die Nummer zwei der Provinz verlangt auch ein Treffen in Deutschland mit der Spitze des Unternehmens, das drastische Kürzungen im Sitz des kontrollierten Unternehmens in Mantua angekündigt hat.

In ihrem Brief erinnert Zaltieri daran, daß „ am 3 Dezember 2012 die Europäische Kommission für Besschäftigung und Soziale Angelegenheiten einen Bericht verabschiedet hat, mit Empfehlungen der Kommission was die Benachrichtigung und die Konsultation der Arbeitnehmner über die Vorankündigungspflicht der Abwicklungen im Rahmen von industriellen Restrukturierungsmaßnahmen betrifft.“

Im besagten Bericht wird verlangt, dass die Kommission garantiere, dass man die Kündigung als letzte Option festschreibt, nur nachdem man alle möglichen Alternativen ausgeschöpft habe, ohne deswegen die Wettbewerbsfähigkeit der Unternehmen zu mindern und empfehle, dass die Unternehmen Kündigungen nur als letzte Option erwägen mögen, nachdem man vorher alle möglichen Alternativen ausgeschöpft und/oder gegebenenfalls unterstützende Massnahmen getroffen habe.

Ferner wird darin bekräftigt, daß „ im Falle die besagte Restrukturierung von unvorhergesehenen und unverhofften Vorkommnissen ausgelöst sei, jegliche Restrukturierungsmaßnahme, insbesondere wenn diese wichtige negative Folgen mit sich führe, diese von einer angemessenen Vorbereitung mit allen Beteiligten zu erfolgen hat in Funktion ihrer respektiven Bereiche, um den wirtschaftlichen und sozialen Niederschlag abzuwenden oder vorzubeugen und das alle vorgeschlagenen Restrukturierungsmaßnahmen den Arbeitnehmervertretern umfassend zu erklären sind, denen man alle relevanten Informationen bezüglich der vorgesehenen Restrukturierungsmaßnamen auch mitteilen sollte, damit sich dieselben auf eine vertiefende Beurteilung vorbereiten und auf eventuelle Beratungen einstellen können.“

Die Nummer zwei des Palazzo di Bagno erinnert in ihrem Schreiben auch daran, dass in den beschlossenen Empfehlungen der Europäischen Kommission „… verlange, dass die Unternehmen die öffentlichen Behörden und die Vertreter der Arbeitnehmer gleich in der Anfangsphase informieren, insbesondere rechtzeitig die lokalen Behörden und diese in die Maßnahmen der Restrukturierung einbezöge.“ All dies ist im Falle Kosme nicht erfolgt, schreibt Zaltieri – zuerst hat man die Kündigungen angekündigt und dann hat man begonnen zu verhandeln, indem man jeglicher Einbeziehung der örtlichen und territorialen Behörden einen Riegel vorgeschoben hat und den Termin des 22 Septembers als letzten Termin festgesetzt hat, um die Angelegenheit zu erledigen. Was noch gravierender wäre, ist die Tatsache, dass man die ganze Angelegenheit an einen einzigen Ansprechpartner, der in letzter Minute hinzukam, delegiert hat ohne es zu protokollieren.

Ein bloßer Vollstrecker eines Führungsstabes und eines Geschäftsführers, die es nicht einmal für opportun gehalten haben persönlich in Mantua und Italien zu erscheinen, um die Verantwortung eines schlechten Managements zu übernehmen, das ein gesundes Unternehmen aufgekauft hat, um es mit einer defizitären Bilanz zurückzulassen, dessen Neustart einzig und allein an einen Personalabbau gekoppelt wird.

Schließlich die Einladung;“ Der bayrische multinationale Konzern sollte über die Tatsache nachdenken, dass man im Europaparlament darüber diskutiert auch in Erwägung zu ziehen, ob man den Unternehmen, die ihrer sozialen Verantwortung nicht nachkommen auch öffentliche Fördergelder vorenthält, bzw. wieder entzieht, indem man zukünftig die Prinzipien der sozialen Verantwortung auch zu den Bewertungskriterien einer Unternehmensbeurteilung macht.

Eine Beurteilung, die auch den Ruf eines Unternehmens negativ beeinträchtigen könnte und dem Image auch von Krones nicht gleichgültig sein dürfte. „Der soziale Schaden, der Mantua und den betroffenen Gemeinden durch die Angelegenheit Kosme zugefügt wurde, ist inakzeptabel und aus diesem Grunde bitte ich um ein Treffen in Deutschland mit Ihnen und dem Geschäftsführer von Krones im Beisein der italienischen und deutschen Gewerkschaftsvertreter,den lokalen und regionalen Behörden sowohl der Lombardei und Mantua und der deutschen Autoritäten “.

 

ITALIANO

12.08.2014 15:30

Pronta ad andare a un incontro in Germania

Blocco immediato dei licenziamenti per consentire una opportuna analisi per ridurre al minimo l’impatto sociale e per ricercare, attraverso un serio piano industriale, il rilancio di un’azienda ricca di professionalità e ridarle un futuro in attivo. E’ quanto chiede la vice presidente della Provincia di Mantova con delega alle politiche del lavoro Francesca Zaltieri in una lettera inviata oggi a Josef Weitzer, Presidente del Consiglio Aziendale e membro del Consiglio di Vigilanza di KRONES A.G., società che detiene il controllo della Kosme di Roverbella.
La numero due della Provincia chiede anche un incontro, in Germania con i vertici dell’azienda che ha annunciato drastici ridimensionamenti nella sede della controllata mantovana.
Nella sua lettera la Zaltieri ricorda che “il 3 dicembre 2012 la Commissione europea per l’occupazione e gli affari sociali ha approvato una relazione recante le raccomandazioni alla Commissione concernenti l’informazione e la consultazione dei lavoratori sull’anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni industriali. In tale relazione si richiede che la Commissione garantisca che il licenziamento sia considerato come ultima opzione, dopo aver esaurito tutte le possibili alternative, senza per questo ridurre la competitività delle imprese raccomandando che le aziende ricorrano ai licenziamenti come ultima opzione e solo dopo aver esaurito tutte le alternative possibili e/o dopo aver attuato eventuali misure di sostegno. Inoltre si afferma che “alvo nel caso in cui la ristrutturazione sia provocata da eventi imprevisti o improvvisi, qualsiasi operazione di ristrutturazione, soprattutto quando è suscettibile di avere ripercussioni negative importanti, deve essere preceduta da un’adeguata preparazione con tutte le parti interessate, in funzione delle loro competenze rispettive, per prevenirne o alleviarne l’impatto economico e sociale locale e che ogni operazione di ristrutturazione proposta dovrebbe essere pienamente spiegata ai rappresentanti dei lavoratori, cui andrebbero comunicate le informazioni concernenti la ristrutturazione proposta, così da consentire loro di procedere ad una valutazione approfondita e di prepararsi alle eventuali consultazioni”.
La numero due di palazzo di Bagno nella sua missiva ricorda anche che nelle raccomandazioni approvate dalla Commissione Europea “si chiede che le imprese informino fin dall’inizio le autorità pubbliche e i rappresentanti dei lavoratori, in particolare a livello locale, in tempo utile, facendoli partecipare alla messa in atto del  processo di ristrutturazione. Tutto questo nella vicenda Kosme non è avvenuto – scrive la Zaltieri -: prima si è proceduto ad annunciare i licenziamenti e poi si è iniziato a trattare, chiudendo le porte a qualsiasi coinvolgimento preliminare degli enti pubblici locali e territoriali nella vicenda, fissando il termine del 22 settembre come data ultima per chiudere la vicenda e, quel che è più grave, delegando l’intera partita a un unico referente, arrivato all’ultimo momento, senza memoria storica. Un mero esecutore di un gruppo dirigente e di un Amministratore delegato che non hanno ritenuto opportuno venire personalmente a Mantova e in Italia per assumersi la responsabilità di una pessima gestione di un’azienda acquisita sana e restituita in deficit di bilancio, il cui rilancio è semplicemente legato alla riduzione dei dipendenti”.
Infine l’invito: “La multinazionale bavarese dovrebbe riflettere sul fatto che si stia discutendo presso il Parlamento Europeo sulla possibilità di escludere dal beneficio degli aiuti pubblici le imprese che violino i principi di responsabilità sociale, assumendo la reputazione sociale di un’ azienda tra i parametri prioritari di giudizio delle imprese. Un giudizio che se negativo potrebbe pesare anche a livello di immagine aziendale, a cui Krones dovrebbe tenere in maniera particolare. Il danno sociale subito da Mantova e dai Comuni interessati dalla vicenda Kosme è assolutamente inaccettabile e per tale motivo sono qui a richiedere un incontro in Germania con Lei e con l’AD di Krones, alla presenza delle organizzazioni sindacali italiane e tedesche e con le istituzioni locali e regionali lombarde, mantovane e tedesche”.
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Prima festa italiana in piazza a Monaco di Baviera per celebrare il semestre italiano di presidenza EU: Grande successo di pubblico e di organizzazione lo scorso 26 e 27 Luglio!

È stato un grande successo la festa che il Consolato Generale di Monaco di Baviera ha voluto organizzare a Monaco per celebrare la presidenza italiana del consiglio dell’Unione Europea: almeno 10.000 visitatori e più di 100 artisti.

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L’evento è stato ideato e fortemente voluto dal Console Generale d’Italia a Monaco di Baviera, Filippo Scammacca del Murgo, che si è avvalso di preziose collaborazioni:

 

Alessandro Marino, responsabile rapporti commerciali e promozione turistica

Daniela Di Benedetto, responsabile artistico-culturale

Elisabetta Cavani, responsabile eventi presso HVB Forum

Gabriele Hetterich, responsabile comunicazione

A questo gruppo ristretto si sono poi aggiunte varie altre collaborazioni che hanno dato vita al nutrito programma e non ultimo allo stesso sito web, a cura di Gianpaolo Venafro e Gabriele Hetterich.

Lo spirito di squadra del gruppo di lavoro ed il senso di comunità trasmesso in piazza sono, insieme ai contenuti artistico-culturali e alla passione per l’Italia e l’Europa, senz’altro il messaggio più importante di tutta la festa.

La manifestazione è stata la prima grande festa di piazza della comunità italiana a Monaco di Baviera, un evento storico per una città che oggi ospita 26.000 italiani – forse ci avviciniamo addirittura ai 30.000 se consideriamo anche i nuovi arrivi non registrati – mentre in Baviera si arriva a numeri a 6 cifre, i quali, dati gli arrivi dall’Italia che si osservano negli ultimi tempi, sono destinati ad aumentare ancora.

La festa si componeva di 3 momenti distinti ma integrati:

–          Gli spettacoli sul palco di Odeonsplatz, con una varietà artistica che spaziava dalla Chanson Ska, al Pop Rock, all’Hard Rock, alla World Music, ai balli tradizionali bavaresi, alla musica folk colta delle regioni italiane, alle rivisitazioni storiche attraverso coreografie e musiche, ai cantautori emergenti.  Una varietà che da più parti è stata apprezzata e che ci rende orgogliosi perché ci ha permesso di presentare un palco come pochi se lo aspettavano.

 

–          Il villaggio italiano: con stand enogastronomici, stand turistico-regionali, lo stand delle associazioni locali, la presenza dei sindaci del Lago di Garda, la sfilata delle 500 d’epoca, i giochi, realizzato con grande impegno e dispiego di energie dalla Camera di Commercio e dal suo Direttore Alessandro Marino.

 

–          Gli eventi culturali presso l’HVB Forum nella vicinissima Kardinal-Faulhaberstr.1, dove si alternavano letture e presentazioni di libri e poesie, conferenze e dibattiti, concerti classici e d’opera, lo spettacolo dei burattini e una mostra d’arte di autori italiani che è rimasta visitabile per l’intera due giorni della festa. Il tutto sotto la curata direzione di Elisabetta Cavani, Itallibri, responsabile di questa parte del programma.

 

Si desidera ringraziare per la buona riuscita:

gli sponsor (vedi allegato);

tutti i collaboratori, gli artisti i volontari per la propria partecipazione disinteressata;

il Comites e l’Istituto Italiano di Cultura per avere sostenuto in ogni modo l’iniziativa;

Il Kulturreferat della città di Monaco per la professionalità nella gestione della parte tecnica;

la presidente dell’Ausländerbeirat Nücket Kivran,  l’On. Laura Garavini, il presidente del Comites, Claudio Cumani per aver porto il proprio saluto all’apertura della festa

ed in modo particolare

la città di Monaco di Baviera per la concessione degli importanti spazi pubblici, nonché il Sindaco Dieter Reiter per aver inaugurato insieme al Console Generale d’Italia questo importante evento

Speriamo vivamente di riproporre la manifestazione in futuro!

Daniela Di Benedetto

 

www.noi-europa.eu

http://noi-europa.eu/files/Wir%20sind%20Europa%20Italienisches%20Strassenfest_Kuenstlerkatalog.pdf

http://noi-europa.eu/italiano/sponsor

http://noi-europa.eu/italiano/informazioni

 

 

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“Wir sind Europa” – Erstes italienisches Straßenfest in München: Riesiger Publikums- und Organisationserfolg am 26.-27. Juli 2014 beim Fest anlässlich der italienischen EU-Ratspräsidentschaft

Es war ein enormer Erfolg: über 10.000 Besucher besuchten das Fest am vergangenen Wochenende auf dem Odeonsplatz in München, mehr als 100 Künstler nahmen teil.

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Der Hauptveranstalter und Initiator des Festes Filippo Scammacca del Murgo, Italienischer Generalkonsul in München, der um sich wichtige Ansprechpartner versammelte.

 

Alessandro Marino, Verantwortlich für Kommerzielle Angebot und Promotion

Daniela Di Benedetto, Verantwortlich für Kultur und Kunst und das gesamte Programm

Elisabetta Cavani, Verantwortlich für das Programm bei dem HVB Forum

Gabriele Hetterich, Verantwortlich für die Kommunikation

 

Um die Kerngruppe sind weitere Kooperationen entstanden, die das wunderbare und sehr vielfältige Programm generiert haben, nicht zuletzt die Web-Seite von Gianpaolo Venafro und Gabriele Hetterich.

 

Teamarbeit, Community-Atmosphäre, das “Piazza-Gefühl” sind mit kulturellen und artistischen Inhalten und der Liebe zu Italien und Europa die wichtigste Botschaft des ganzen Festes.

Dieses große Event war das erste Straßenfest Italiens in München: ein großes Ereignis für eine Stadt, in der 26.000 leben – vielleicht sogar bis ca. 30.000 Italiener wenn wir eine Schätzung inklusiv die nicht registrierte versuchen – und immer mehr ankommen. In Bayern reden wir von 6-stelligen Zahlen.

 

Das Fest bestand aus drei ebenso unterschiedlichen wie gleichwertigen Bereichen:

–          Die Bühne am Odeonsplatz bot große künstlerische und kulturelle Vielfalt von Chanson Ska,  Pop Rock und Hard Rock bis hin zu World Music, oberbayerischem Volkstanz, Folkmusik, Tanz-Performance und neuen Cantautori. Diese ungewöhnliche Vielfalt wurde als große Bereicherung erlebt und allgemein positiv aufgeommen. (siehe Link für das komplette Programm)

–          Das „Italienische Dorf“ bot Gastromie, Tourismusinformation und Vereinsinformation. Weitere Events waren die Anwesenheit einer Delegation von Bürgermeistern der Region Gardasee und ein Fiat 500-Oldtimer-Corso. Dieser Programmteil wurde mit großem Engagement von Alessandro Marino und dem Team der italienischen Handlungskammer in München organisiert.

–         Die Kulturevents im HVB Forum in der Kardinal-Faulhaberstraße zogen das Publikum mit Lesungen, Performances, Podiumsdiskussionen, Oper und klassischer Musik an. Auch eine Kunstausstellung und ein Marionettentheater wurden geboten.

Elisabetta Cavani, Itallibri war die Verantwortliche dieses Programms.

 

Für den Erfolg möchten wir uns bei vielen herzlich bedanken:

bei den Sponsoren (siehe Link);

bei allen, die ehrenamtlich mitgeholfen haben: die Künstler, die Vereine, die Organisatoren ;

bei Comites und dem Italienischen Kulturinstitut in München für die Unterstützung ;

beim Kulturreferat der Stadt München für die professionelle technische Unterstützung;

bei der Vorsitzenden des Ausländerbeirates in München Nücket Kivran; bei der italienischen Abgeordneten On. Laura Garavini und beim Vorsitzenden von Comites, Claudio Cumani.

 

Und insbesondere möchten wir uns bei der Stadt München bedanken, die uns den wunderbaren Odeonsplatz zur Verfügung gestellt hat und bei OB Dieter Reiter, der mit seiner Begrüßung gemeinsam mit dem Italienischen Generalkonsul das Fest eröffnet hat!

 

Wir hoffen, ein solches Fest bald wieder organisieren zu dürfen!

Dr. Daniela Di Benedetto

 

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http://noi-europa.eu/files/Wir%20sind%20Europa%20Italienisches%20Strassenfest_Kuenstlerkatalog.pdf

http://noi-europa.eu/italiano/sponsor

http://noi-europa.eu/italiano/informazioni

 

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